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Qatar 2022 e lo scandalo corruzione

Qatar 2022 e lo scandalo corruzione
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Le notizie che continuano ad arrivare riguardo lo scandalo sui mondiali di Qatar 2022 lasciano perplessi: la scelta dell’Emirato arabo come sede del mondiale sarebbe stata dettata da voti comprati. Per questo motivo ora la candidatura del Qatar per i mondiali del 2022 viene messa in discussione.

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Voto corrotto: mondiali in Qatar a rischio

Lo scoop lanciato qualche settimana fa dal Sunday Times ha scosso il mondo del calcio: la votazione che ha assegnato i mondiali del 2022 non sarebbe valida. Essa infatti poggerebbe su voti comprati e sulla corruzione di molti dei votanti. La FIFA si è presa del tempo per indagare sulla questione ed entro pochi giorni dovrebbe dare il suo verdetto: qualora le indiscrezioni venissero confermate si potrebbe anche optare per una riassegnazione del mondiale.

Tanti i personaggi di vertici invischiati in questa inchiesta: primo fra tutti  Moahamed Bin Hammam, squalificato già nel 2011 dalla FIFA per corruzione. Si parla di tangenti da 200.000 euro per i presidenti delle federazioni e di una maxi tangente da 1.6 milioni a Jack Warner, ex vicepresidente della FIFA. Nelle notizie trapelate è stato fatto anche il nome di Michael Platini che, al momento, si è dichiarato completamente estraneo ai fatti.

Tutti vogliono vederci chiaro

Ma non è solo la FIFA a voler vedere chiaro in questa faccenda ma anche gli sponsor e le altre federazioni candidate ad ospitare i mondiali del 2022. Qualora si decidesse di riprogrammare la Coppa del mondo si dovrebbe procedere ad una nuova votazione che riprenderebbe in considerazione Australia, Inghilterra e Stati Uniti.

Le ombre sul Brasile

Inutile negare che tutta questa situazione abbia portato qualche ombra anche sul campionato brasiliano organizzato dalla FIFA insieme al comitato organizzatore brasiliano. Si aggiunge quindi un’altra ombra di polemica dopo quelle delle proteste dei cittadini e dei ritardi nel completamento dei lavori e delle infrastrutture.

L’intromissione dei poteri economici e politici all’interno del mondo del calcio sembra essere un dato di fatto: parlarne a pochi giorni dall’inizio del campionato del mondo non può che fare male, dal punto di vista mediatico, all’imminente inizio del mondiale di Brasile 2014.

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